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Psicologia nei media

Essere felici: una commovente felicità

Essere felici significa provare gioia per ciò che si ha e per come si è, vediamone un esempio nel cinema.

Nei giorni scorsi mi è capitato di vedere un film che ha lasciato una scia luminosa nelle mie giornate e ho voglia di raccontarvelo.

E’ un film inglese del 2010 si intitola “Another year” (di Mike Leigh. Con Jim Broadbent e Ruth Sheen). La storia è ambientata nella Londra dei nostri giorni e i protagonisti sono Tom e Gerri (come il gatto e il topo dei cartoni animati) una coppia di sessantenni che vive in periferia, in una casetta a schiera; Tom è un geologo che “scava buche” per verificare la costruibilità di autostrade e Gerri lavora come psicologa in una struttura pubblica.

I due hanno un hobby: la coltivazione di un orto appena fuori città dove producono pomodori, zucchine e spinaci che arricchiscono la loro tavola.

Essere felici, ergo, socio-sostenibili.

Intorno a questa coppia gentile e affettuosa e alla loro generosa tavola, si incrociano le vicende di un’umanità triste ed infelice che beve troppo, mangia troppo e parla troppo come nel caso di Mary (fa la segretaria nella struttura dove lavora Gerri ) single alla disperata ricerca di un uomo, invidiosa della serena felicità altrui e Ken un veccchio amico di Tom, anche lui solo, divorziato male che si lamenta continuamente della sua triste esistenza.

Le stagioni si susseguono scandite dai lavori nell’orto e dagli eventi che la vita regala come le nascite, le morti e i nuovi amori; Tom e Gerri sono lì, loro ci sono: non sono belli ma sono due brave persone, stanno bene insieme e insieme invecchiano senza paura, senza ribellione.

Sono contenti di loro stessi e di quel che hanno, fanno del loro meglio per autare i loro amici: li invitano a cena, li fanno restare a dormire quando sono troppo ubriachi o troppo soli, li ascoltano, li consolano ma sanno anche dire no e proteggere se stessi e la propria famiglia.

Grazie all’ironia e alla forza della solidarietà che li lega riescono a resistere alle ondate di infelicità che gli amici portano in casa.

Lasciano che il proprio figlio trentenne conduca la propria vita lontano da loro; sono felici quando viene a trovarli e quando a sorperesa porta la sua nuova ragazza ma, non lo assillano, non gli chiedono quando tornerà al momento del congedo.

Sanno essere felici per lui e con lui ma anche senza di lui.

Questo film sembra dirci che l’infelicità non è un destino e che c’è qualcuno capace di essere felice non perché è fortunato, bello, magro o ricco ma perché si da da fare, valorizzando ciò che è e ciò che possiede come fanno Tom e Gerri.

Forse non è un film perfetto, e alcune situazioni sono certamente un po’ ripetitive ma ti alleggerisce il cuore e… ti fa venire voglia di coltivare un orto.

Buona visione

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