Disturbi dell’alimentazione

Disturbi alimentazione In questa pagina trattiamo i disturbi dell’alimentazione, o meglio del comportamento alimentare.

 

Il DSM IV (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali dell’Associazione Psichiatrica Americana) definisce due principali disturbi dell’alimentazione: l’anoressia nervosa e la bulimia nervosa. Accanto a questi esiste un’altra serie di disturbi cosi detti “atipici” nel senso che hanno rilevanza clinica ma non corrispondono a tutti i criteri diagnostici dell’anoressia e della bulimia.

Anoressia nervosa

L’anoressia nervosa (AN) fu descritta per la prima volta da un medico inglese nel 1694 ma è stata a lungo considerata una malattia rara. Oggi colpisce lo 0,5 -1% della popolazione; il 90,95% delle persone colpite sono donne; esordisce tra i 12 e i 25 anni ma negli ultimi tempi ci sono casi di esordio anche a 30 anni. Colpisce la popolazione occidentale, colpisce tutte le classi sociali; è frequente nel mondo della moda, della danza, della ginnastica artistica.

E’ caratterizzata da:

  1. Rifiuto di mantenere il peso corporeo a livelli normali.
  2. Paura di ingrassare. Nonostante le persone anoressiche siano sottopeso, sono terrorizzate all’idea di ingrassare.
  3. Preoccupazione estrema per le forme corporee e per il peso. Vi è una distorsione rispetto a come il soggetto giudica le propie forme. Le persone affette da anoressia nervosa sono insoddisfatte del proprio peso e dell’aspetto fisico: considerano troppo grosse alcune parti come il seno, il sedere, la pancia, le gambe. La propria autostimma è legata al peso segnato dalla bilancia: un aumento ponderale porta a frustrazione e autosvalutazione mentre una perdita di peso comporta un accrescimento dell’autostima con l’aumento del senso di controllo su se stesse. Nelle persone anoresicche è spesso presente il rifiuto di ammettere la gravità della prorpia condizione di sottopeso.
  4. Amenorrea (mancanza di almento 3 cicli mestruali consecutivi). Parliamo di amenorrea secondaria (perdita di mestruazioni dopo un periodo di cicli) e di amenorrea primaria quando l’anoressia nervosa è insorta prima dello sviluppo puberale. Si diagnostiva l’anoressia nervosa anche in assenza di amenorrea ma in presenza delle 3 caratteristiche descritte sopra.

Si riconoscono due sottotipi di anoressia nervosa

  • con restrizioni
  • con abbuffate/condotte di eliminazione. A volte alle restrizioni si aggiungono abbuffate (soggettive piuttosto che oggettive ) e comportamenti di eliminazione come vomito, lassativi, attività fisica eccessiva (quando interferisce con l’ attività giornaliere, quando avviene in ore e luoghi inappropriati o quando avviene nonostante condizioni mediche precarie).

I danni alla persona sono: depressione, pulsioni autolesive e suicidarie, infertilità (conseguenza dell’amenorrea), gastriti, osteoporosi, esofagite, ulcera, coliti, perdita di capelli, calcolosi renali, danni alle gengive e ai denti.

Dopo 4/5 anni di malattia:

  • 30/40% delle pazienti curate guarisce
  • 30/35 migliora,
  • 30/35% resta malato

Dopo 15/20 anni di malattia:

  • 60/70% delle persone anoressiche recupera il peso
  • 10/20% cronicizza la malattia
  • 5/10% muore (metà per complicanze della malattia, metà per suicidio)

L’anoressia non guarisce spontaneamente. E’ una malattia grave. E’ necessaria una buona motivazione e un trattamento medico-psicologico integrato. Non esiste un unico trattamento di elezione.

Bulimia nervosa

La bulimia nervosa (BN) è stata descritta per la prima volta nel 1979. La sua incidenza è del’ 1-3%, ; gli uomini sono colpiti raramente mentre si distribuisce in maniera omogenea tra le classi sociali. L’età d’esordio, come per l’anoressia è tra i 12 e i 25 anni con un picco tra i 17/18 anni.

Le persone colpite da buliia nervosa sono generalmente di peso normale, o in lieve sovrappeso o in lieve sottopeso, è molto raro un grande sovrappeso.

Per una diagnosi di bulimia nervosa devono essere presenti tutte e cinque le seguenti caratteristiche:

  1. abbuffate ricorrenti. Nelle abbuffate si mangia in un tempo definito (es. 2 ore) una quantità di cibo di molto superiore a quella che mangerebbe una persona in circostanze simili. E’ presente una sensazione di perdita di controllo e la presenza di uno stato alterato di coscienza. Quando il disturbo dura da molto tempo, le abbuffate possono essere programate e quindi può mancare la sensazione di perdita di controllo.
  2. Comportamenti di compenso. Le condotte compensatorie che seguono alle abbuffate sono finalizzate a prevenire l’aumento di peso. Più frequentemente viene utilizzato il vomito autoindotto, lassativi, diuretici, enteroclismi o farmaci tiroidei. Tra le condotte compensatorie vi è anche il digiuno (superiore alle 24 ore) e l’eccessivo esercizio fisico.
  3. La frequenza delle abbuffate e dei comportamenti di compenso. Le abbuffate e le condotte compensatorie devono verificarsi almeno due volte la setimana per tre mesi.
  4. Preoccupazione estrema per il peso e le forme fisiche. Come per le persone affette da anoressia, la preoccupazione per le forme e il peso è dominante e l’utostima varia in base al variare del peso.

Vi sono due sottotipi di bulimia nervosa:

  • con condotte di eliminazione. Vomito autoindotto, lassativi, diuretici ed enteroclismi vengono utilizzati per eliminare il cibo introdotto.
  • Senza condotte di eliminazione. Il compenso avviene attraverso: attività fisica eccessiva e digiuno.

Le complicazioni fisiche vanno dai danni ai denti, alle gengive e la perdita dei capelli, ai danni gravi a carico dell’apparato gastroesofageo; lo squilibrio elettrolitico poi può portare alla morte. Spesso la condizione è complicata da depressione, spinte suicidarie e autolesive.

Se non sono presenti altre patologie, il trattamento può essere anche breve (Spalletta, Florimone,2008)

Disturbi Atipici

  1. Binge Eating Disorder – BED o disturbo da alimentazione incontrollata. Colpisce 2-5% della popolazione e il 5-8% degli obesi; maggiore è l’ecceso ponderale maggiore è la prevalenza di questo disturbo (es. con un BMI –indice di massa corporea- di 20-25 si ha un’incidenza di BED del 10% mentre con un BMI oltre 40 si ha un’incidenza di BED del 40%). Il BED colpisce più le donne degli uomini (3 a 2) e in egual misura bianche e afroamericani (al contrario della bulimia, presente soprattutto tra i bianchi e rara tra gli afroamericani). E’ correlato all’obesità precoce e alle ripetute diete. Le caratteristiche cliniche sono assimilabili alla bulimia anche se si distinguono da questa per l’assenza di tre caratteristiche: la dieta ferrea – i comportamenti di conpenso – il valore positivo attribuito alla magrezza.
  2. Night Eating Syndrome – NES o sindrome da alimentazione notturna. E’ la combinazione di un disturbo dell’alimentazione, di un disturbo del sonno e di un disturbo dell’umore. L’insorgenza è tardiva tra i 30 e i 40 anni senza escludere altri periodi. Le persone affette da questo disturbo si alimentano scarsamente durante il giorno: saltano la colazione e saltano o mangiando pochissimo anche a pranzo per poi mangiare abbondantemente e in modo compulsivo nel pasto serale e durante la notte. E’ presente una certa difficoltà a prendere sonno e il bisogno di mangiare prima di dormire e durante i ripetuti risvegli notturni. Il disturbo è accompagnato da depressione e da una condizione di stress diffuso.

Nella Night Eating/ Drinking Syndrome (NEDS), all’assunzione notturna di alimenti è associata anche l’assunzione di alcolici.

Diversi sono gli approcci di intervento nella gestione del peso corporeo e nel trattamento dell’obesità. L’approccio integrato, focalizzato sulla persona e sul suo contesto, utilizza il trattamento più adatto alle caratteristiche dell’individuo, all’organizzazione della sua personalità, alle sue risorse (Goodhearth,Kazdin, Sternberg, 2007).

Tra i maschi

Troviamo variazioni sul tema dell’anoressia, solo apparentemente meno patologiche; abbiamo:

  1. ortoressia. Cura eccessiva dell’alimentazione naturale.
  2. Vigoressia. Fitness-dipendenza.
  3. Tanoressia. Disturbo ossessivo compulsivo legato alla ricerca dell’abbronzatura e al mantenimento di questo a tutti i costi.

 

Riferimenti bibliografici

Dalla Grave R. ( 2011), Alle mie pazienti dio., Positive Press, Verona

Spalletta E. (2010), Cibo per vivere, vivere per il cibo, Sovera, Roma

DSM IV – Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali dell’Associazione Psichiatrica Americana

Falabella M. (2005), ABC della psicopatologia, Magi, Roma